venerdì 3 maggio 2019

VERSO LE ELEZIONI EUROPEE. L'EUROPA A FAVORE DELL'UOMO E DELLA PACE TRA I POPOLI


“La politica europea deve collocare nuovamente l’uomo, con le sue aspirazioni e con le sue speranze, al centro dell’agire politico. L’integrazione europea deve dimostrare di nuovo che è a favore dell’uomo e che sta cercando di preservare la pace in un mondo più pericoloso che mai”. È il monito di mons. Jean-Claude Hollerich, gesuita, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece (Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea). Sul quaderno 4052 de La Civiltà Cattolica, in uscita domani, sabato 20 aprile, il presule stila un bilancio tra luci e ombre del processo di integrazione europea precisando che le sue riflessioni “vanno intese anche come un contributo all’articolo 17 del Trattato dell’Unione europea, che è l’apertura di un dialogo tra le religioni e le istituzioni dell’Unione europea”. Dopo avere analizzato l’iter dell’Ue, osserva: “L’inizio del XXI secolo sarà importante per la storia delle mentalità. Le paure nell’Europa dei nostri giorni sono molteplici e, ben mescolate, conducono, con l’ascesa dei populismi, a una destabilizzazione delle nostre democrazie e a un indebolimento dell’Unione europea. Il senso di benessere sembra scomparso e pare abbia dato vita a molteplici paure, che reclamano un’identità europea ‘cristiana’, pur declinandosi in desideri politici che si rivelano in netta contrapposizione con una prospettiva fondata sul Vangelo”. Per questo, argomenta, “il nostro Continente ha bisogno di lavorare sulle sue fondamenta. L’appello è ancora lì per realizzare un’Europa che tenga conto delle sue differenze: differenze che sono un vero arricchimento. La riconciliazione tra l’Europa occidentale e quella centrale non è ancora realizzata. Il dialogo tra europei potrebbe condurre a una nuova libertà”. Di qui l’invito ad approfittare delle elezioni per il Parlamento europeo per “costrui¬re nuove fondamenta per l’Europa. Perché l’Unione europea è a favore dell’uomo europeo ed è un fattore di pace nel mondo”. Per la Chiesa, conclude, “si tratta di accompagnare questi sogni e queste speranze, con una maggiore consapevolezza che essa non esiste per essere servita, ma per servire. Infine, questo impegno è un’opportunità per la nuova evangelizzazione. Non dimentichiamolo: potremo incontrare Dio solo nel mondo reale”.


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