martedì 23 maggio 2017

CIAO, NATALE

SALUTO DI COMMIATO A NATALE RIZZO


Ciao, caro Natale.
Ci hai lasciati in punta di piedi, così com’è stato il tuo modo di essere. Resta, però, una profonda e imperitura traccia in tutti quelli che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti e apprezzarti.
Le oltre 1500 visite al post pubblicato sul blog degli Amici della Massariotta, gli oltre cento messaggi di cordoglio sinora pervenuti come commento al post, i moltissimi commenti sulle pagine di facebook testimoniano la fecondità del tuo impegno educativo e la gratitudine che moltissimi nutriamo nei tuoi confronti.
Anche la folta presenza di partecipanti a questa liturgia è concreto omaggio alla tua grandezza e al tuo generoso impegno a favore dei fratelli. Molti non hanno potuto essere presenti, ma hanno telefonato per dire “ci siamo anche noi”. Tutti ti siamo vicini nella preghiera.
Tutti ti accompagniamo nel tuo cammino sui sentieri del cielo, ove il Padre ti ha accolto tra le sue braccia per darti la giusta ricompensa per il bene che hai seminato nel tuo peregrinare terreno.
Al tuo arrivo in cielo sei stato accolto da una folta schiera di amici coi quali hai condiviso il tuo servizio. Ti stanno facendo festa. Sono molti. Ne ricordo alcuni ai quali eri particolarmente legato, perché possiamo anche oggi farne memoria: padre Salvatore Vitellaro, Ciccio Piazza, Giuseppe Bernardini, Edoardo Perollo, Mario Restivo, Daniele Settineri, Tore Agostini, Turi Finocchiaro, Corradina e Lucio Drago, Raffaele Radicella ….  Insieme state gustando la gioia dell’eterna felicità, magari ricordando le meravigliose esperienze condivise.

Caro Natale, hai saputo fare della tua vita un dono; hai prediletto l’umile, competente, concreto e coraggioso servizio all’appariscente apparire. Sei stato pronto sempre a dir di sì là dove c’è stato bisogno.
Lo testimoniano i numerosi gruppi scout ai quali hai dato vita o dove hai prestato servizio come capo. Anche da giovanissimo, nel corso del tuo servizio militare ad Augusta, ti sei adoperato per fare nascere un gruppo scout che ancor oggi ti ricorda con affetto e gratitudine. Hai saputo operare, sempre con entusiasmo, saggezza e sapienza, in varie situazioni, anche nelle periferie (così come ama dire Papa Francesco).
Non hai cercato di far carriera, ma solo di rendere servizio ai giovani.  Ciò viene evidenziato da molti messaggi pervenuti. Ad esempio ne cito alcuni.
“La tua lealtà, la tua gentilezza e la cortesia invariate nel tempo che è trascorso, hanno fatto si che la mia stima nei tuoi confronti, si sia solo accresciuta”.
“Natale, un grande educatore, un grande uomo, un grande capo. Uomo di grande sapienza e umiltà. Grazie per i tuoi consigli e il tuo esempio”.
“ Sei stato sempre un riferimento per tutta la mia vita”. “Capo di grande carisma e grande competenza”.

Caro Natale, con te e con altri amici -fratelli scout-  ho avuto la fortuna di condividere oltre mezzo secolo di esperienze, che hanno lasciato una traccia in noi tutti, che ci hanno orientato e sostenuto nel cammino.
I campi estivi e invernali, i campi nazionali e internazionali, la fondazione e costruzione della Base scout della Massariotta, il tuo servizio come incaricato regionale alla Branca Esploratori, i Consigli Generali, le assemblee, i campi e le altre iniziative di formazione, le routes, gli incontri di spiritualità e le liturgie, i campi nazionali di specializzazione e competenza, la conduzione delle attività di “Basi Aperte” a favore dei ragazzi delle scuole, i viaggi per partecipare a convegni, le progettazioni e le verifiche, le occasioni di confronto e la condivisione di scelte valoriali, metodologiche, progettuali, operative. Grazie anche per il tuo impegno nel realizzare e sostenere l’Associazione degli Amici della Massariotta della quale sei stato socio fondatore e vice presidente.
Ho sempre apprezzato la tua voglia e capacità di fare, il tuo acume e la tua concretezza, la tua fede concreta, il tuo sostegno nei momenti di sconforto, la tua leale amicizia, la tua riservatezza e discrezione, il tuo senso di responsabilità, la tua capacità di rispondere ai bisogni educativi dei ragazzi, la tua arte nel consigliare ed orientare, la tua autorevolezza, la tua umiltà, il tuo impegno nell’evitare e superare ogni pettegolezzo, la tua capacità di valorizzare le risorse umane e materiali e di spingere ognuno a fare del proprio meglio ….   Grazie, caro Natale.
Da lassù, ove ci hai preceduto, continua a percorrere la strada con noi, con la tua cara Marcella (con la quale hai condiviso il generoso impegno educativo), coi capi e gli scout del tuo gruppo…  Il Signore ti ricompensi per i fiori di bene che hai seminato lungo il tuo cammino.
Non ti dimenticheremo! Hai saputo essere nostro amico, fratello e maestro; fai parte della nostra vita e te ne siamo grati. Aiutaci a fare sempre del nostro meglio per essere pronti ed essere degni di partecipare, nuovamente insieme, alla gioia del Paradiso quando Dio ci chiamerà.
Arrivederci, caro Natale!

Giovanni Perrone


Commenti pervenuti:

Luigi Sanlorenzo:  Caro Giovanni Perrone, grazie per avere saputo interpretare i sentimenti di tutti noi nell'estremo saluto a Natale. Un caro abbraccio. Loris
Giuseppe Giocaliero È ciò che,credo,volevamo dire tutti....Grazie Giovanni per questo tuo splendido messaggio nel quale racchiudi i nostri pensieri...Grazie Natale per i tanti doni che ci hai fatto...indimenticabili i campi alla Massariotta, le tue lezioni di vita... Buona Strada e Buona Caccia...

lunedì 22 maggio 2017

NATALE RIZZO E' TORNATO ALLA CASA DEL PADRE

"..  OR SUI SENTIERI DEL CIELO, FELICE PIU' DI ALLOR, RICORDA I VECCHI TEMPI IN CUI ERA ESPLORATOR ..." 

Natale ci ha lasciato per proseguire il suo cammino sui sentieri del cielo ove il Padre Celeste lo accoglie tra le sue braccia e lo invita a partecipare ala gloria dei Santi.
Lo accompagniamo con la preghiera e condividiamo il profondo dolore della moglie Marcella e degli altri familiari.
Pubblichiamo una foto del 1978 (dalla rivista scout Camminiamo Insieme).

Ricordiamo con profonda gratitudine la sua leale amicizia, la sua saggezza, sapienza, competenza e umiltà, virtù che lo hanno accompagnato nel suo lungo, generoso e fecondo impegno come scout, capo, incaricato a vari livelli in ASCI e AGESCI, formatore, capo e master nei campi nazionali di competenza.

SALUTO DI COMMIATO A NATALE


Invitiamo quanti lo hanno coscosciuto ad inviarci qualche foto e qualche ricordo per poterlo pubblicare nel blog  (inviare a amicimassariotta@gmailcom  ).

La salma è presso l'obitorio dell'Ospedale civico di Palermo (ore 8-20). 
Il funerale avrà luogo domani, martedì 23 maggio, alle ore 12 presso la Chiesa di San Giuseppe - Via Belmonte Chiavelli, 104 - Palermo

Riportiamo i commenti perventuti:


Luigi Perollo: CIAO NATALE.  Buona strada Natale. Sei stato il mio secondo padre e, come tutti i padri, dovevi essere immortale. Sei stato un padre per tutti quelli che ti hanno avuto.. Io e mamma non lasceremo sola Marcella.
Giovanni Perrone: Un fratello, con il quale ho avuto la fortuna di condividere mille esperienze scout, prosegue il suo cammino sui sentieri del cielo. Grazie, Natale! Lasci una luminosa traccia.
Paolo Francesco Sanfilippo:  non posso crederci!!! Ho avuto il piacere di conoscerti anche se per poco ma mi è bastato per capire che eri una gran bella persona!!! Buona Strada Natale... riposa in pace.
Francesco Picciotto : Non bisognerebbe pretendere dagli uomini più di ciò che possono ragionevolmente fare. Quello con lui, nonostante tutto, è stato uno dei momenti più felici della mia vita.
Luigi Agnello:  Rimango senza parole da quello che aprendo ho avuto modo di fare un pezzo di strada con Natale una persona in gamba riposa in pace Natale, buona strada.
Angelo Cumbo : La strada fatta assiene sui sentieri della Massariotta adesso la continui sulle praterie del cielo indicandoci la direzione che porta al Padre. Buona Strada Natale.
Salvatore Scalisi:  Buona strada cari e antico fratello.
Pietro Tumminia: Sono molto dispiaciuto, uno scout che ha dato molto a tanti ragazzi, il mio primo capo reparto. Buona strada a te che torni alla casa del Padre. Riposa in pace Fratello Scout.
Luigi Sanlorenzo: Un altro fratello maggiore si messo in cammino sui sentieri del cielo. Non e' solo e vede gia' da lontano il fuoco di bivacco dove lo attendono quanti lo hanno preceduto e intorno al quale un giorno siederemo insieme stanchi ma sereni per aver speso bene la nostra giornata terrena. Ciao Natale. Loris
Massimo Palma: Vorremmo  che i padri sempre fossero immortali. Un grande capo! anche per chi, come me . ha avuto poche occasioni per incontrarlo. Grande carisma e grande competenza, Quando i capi erano capi e non intrattenitori.
Liborio Ansalone:  Un Grande Capo un Fratello per tanti scout!
Giovanni Di Miceli: Carissimo, sei andato via vecchio amico e compagno di tante avventure sia nel mondo scout che nella vita di ogni giorno. Averti conosciuto per me è stato un pregio che porto dentro e conservo sempre in un angolo della mia mente come qualcosa di importante. Buona strada amico mio .
Benedetto Genualdi Mi unisco al cordoglio della famiglia e dell' agesci per la scomparsa dell' amico Natale.
Nino Corriera E' TORNATO ALLA CASA DEL PADRE UN AMICO, UN FRATELLO SCOUT, GRANDE DISPONIBILITA' SEMPRE A METTERSI IN GIOCO , ASSUMENDOSI RESPONSABILITA' ,SAPENDO COGLIERE LO SPIRITO DI AVVENTURA PER DONARE IL SUO TRAPASSO NOZIONI AI GIOVANI. BUONA STRADA NATALE (BELLO AVERTI CONOSCIUTO) ..IL SIGNORE TI ACCOLGA NELLE SUE BRACCIA ........
Roberto Caponnetto Rip Buona Strada
Claudio Treppiedi BUONA STRADA NATALE
Carmelo De Leo Grazie Natale per la tua testimonianza. R.i.p.
Vincenzo Puleo Ciao Natale
Guido Speciale mi ritengo fortunato aver avuto l'opportunità di condividere con Natale esperienze significative. Dio saprà accoglierlo come merita. Buona Strada
Nino Fiorilla Sentite condoglianze
Paolo Francesco Sanfilippo Buona strada Natale!!!
Uccio Alfio Cavalieri RIP amico mio!
Mario Restuccia Non ci credo... Una notizia terribile.. .
Gennaro Limatola R.I.P Fratello
Primo Acireale: La terra gli sarà lieve. Cordoglio alla famiglia.
Dino Ubaldini Caro Natale BUONA STRADA.
Giuseppe Giocaliero Buona Strada grande Natale...non ti scorderemo mai
Dino Valenti Buona strada, caro Natale
Angelo Fontana Buona strada Natale! R.I.P.
Carlo Di Paola Buona Strada Natale Grande Capo tu hai dato la tua vita allo scoutismo , ora sarai li vicino al Padre a formare un gruppo Scout , Grazie per quello che ci hai insegnato Buona strada R.I.P.
Maria Luisa Arì  IO non l'ho conosciuto ma se non sbaglio non è stato il fondatore del PA4?....Comunque ne ho sempre sentito parlare bene!...riposi in pace ! Condoglianze alla famiglia!
Salvatore Caramagno  Salvatore Saraceno nell'apprendere la dipartita del caro Natale, vuole esprimere il proprio dolore ed unirsi a quanti lo hanno conosciuto ed apprezzato le sue doti di vero capo scout. Fu lui che quando prestava servizio presso la Marina Militare di Augusta fondò insieme a Salvo Saraceno il Gruppo ASCI Augusta 2 dando un notevole impulso allo scoutismo augustano.
Francesco Pernice La tua tenda è già piantata nel grande prato del Paradiso ... Buona strada
Mariangela Rocco Un "grande" capo!
Lilli Montalbano Buona strada, grande e umile capo
Antonella Marascia  Buona strada ...non smetterai mai di camminare dentro i nostri cuori
Tanino Parlato un grande capo,un grande master del settore specializzazioni. Con lui se ne va un pezzo di storia del Settore, che lo ha visto sempre presente a fianco di sua moglie Marcella. Il suo amore verso la natura le sue competenze le donerà in cielo ai ragazzi che sono tornati alla casa del Padre. Piango con immensa tristezza.  Grazie per tutto quello che ci hai insegnato. Un forte abbraccio alla moglie Marcella,una grande donna.
Aurelio Cannizzaro  Ciao Natale, sei stato un grande amico e maestro. Sarai sempre presente nei miei ricordi.
Giuseppe Balsano   Buona strada Fratello. Nel mio cuore la tua concretezza e semplicita'. R.i.p.
Geraci Giuseppe Anche lassù buona strada...
Piero Mamone Buona strada fratello!
Pietro Spatola  Natale Rizzo è stato un padre anche per me ...abbiamo condiviso insieme gioie e dolori...ciao compa'
Claudio Treppiedi BUONA STRADA
Antonella Buttitta Cosa gli è successo??? Buona strada...che r.i.p. 😔
Fedele Bagnasco Ciao Natale Rizzo, pochi come te
Giuseppe Giocaliero Buona Strada grande Natale...non ti scorderemo mai!
Claudia Ciccia Buona strada per le vie del cielo Natale Rizzo.
Andrea Anello Arrivederci, grande capo!
Fausto Peritore Buona strada Natale
Daniela Russo Buona strada Natale... Un abbraccio a Marcella...
Francesco Spatafora ... è rimasto un riferimento per tutta la mia vita, fino ad ora. Forse non un luminare, forse non un politico, ma proprio per questo un Uomo vero. Confesso: mi sono sempre vergognato di non assomigliare a lui.
Francesco Pernice Buona strada Natale ti ricordiamo a Nostro Signore ed alla sua meravigliosa Mamma
Enza Di Vincenzo Buona strada fratello scout!!
Matteo Pezzino Grande uomo grande capo
Giuseppe Spina Un caro abbraccio, Un riferimento, esempio di vita, Ricorderò sempre il tuo sorriso burbero e saggio, epifania di una durezza solo esteriore. Grazie per la strada fatta insieme
Francesco Oneglia buon strada Natale
Francesco Caminita Oggi abbracciando Marcella, le ho detto le stesse tue parole. Natale e Marcella ci hanno cresciuto. Hanno cresciuto non so quante generazioni di scout, per i quali sono stati una seconda mamma e un secondo papà!
Maurizio Bologna L'avrà già trovata ... 
Alessandra Parlato Condivido..Per me sono stati una presenza costante nella mia vita...Un forte abbraccio a Marcella...e a te Natale grazie per avermi sempre sostenuta. Ti ricorderò sempre con affetto.
Gemma Monica Berri Un amico sempre presente. Buona strada Natale.
Gioacchino Dazzo  Apprendo con dolore la ferale notizia su Natale, un vero amico, un fratello, un vero scout. Prego per lui.
Giovanni Vinchiaturo: Buona strada caro Natale, grazie per avermi fatto conoscere lo scoutismo ,porterò con me i tuoi ricordi.
Davide Carella: Buona Strada Natale, sei stato un grande Capo!
Francesco Liotti: Ciao Natale Rizzo, un grande educatore, un grande uomo, un grande Capo. Uomo di grande sapienza e umiltà. Grazie per i tuoi consigli e il tuo esempio. Ti auguro Buona Strada.Inizio modulo
 Nicola Romana Che notizia triste! Allo stesso tempo mi ritornano in mente quei momenti di allegria! Non mi posso dimenticare la lampiata di Natale a cinque picciutteddi che a Nissoria erano venuti a inquietare le ragazze al campo estivo. Manco Bruce Lee! Ciao Natale!
Giulio Campo: Ho appena appreso della morte di Natale Rizzo. Conservo nel silenzio tutti i ricordi e i momenti passati con lui talvolta anche con diversità di opinioni ma sempre nell'ambito del reciproco rispetto. È stato un vero CAPO. Buona stradaInizio modulo
 Greco Filippo Buona strada Natale
Carlo Di Paola Buona Strada Natale.  Grande Capo tu hai dato la tua vita allo scoutismo , ora sarai li vicino al Padre a formare un gruppo Scout. Grazie per quello che ci hai insegnato Buona strada R.I.P.
Gianfranco Scarlata Buona strada Natale!
Natale Sacco Buona Strada nella Gerusalemme Celeste.
Salvatore Di Liberto mi dispiace.. un bravo picciotto fuori dal coro
Fedele Bagnasco Ciao Natale....
Greco Filippo Buona strada Natale
Khalos Napoli:  Buona strada Natale, fratello amico e grande capo scout! Riposa in pace lassù insieme agli altri fratelli scout! Grazie di tutti i momenti passati insieme, per i sorrisi e le chiacchierate che sempre ricorderò con gioia! R.I.P. 
Salvatore Incandela  Riposa fra le braccia del Signore
Francesco Bo  La tua lealtà, la tua gentilezza e la cortesia invariate nel tempo che è trascorso, hanno fatto si che la mia stima nei tuoi confronti, si sia solo accresciuta. Oggi resta un po' di rimpianto e la sensazione che il mondo sia un po' più povero. Che Dio ti accolga tra le Sue braccia.
MASSIMILIANO COSTANTINO  Ciao Natale non ti scorderò mai con te e Mario Restivo ho fatto il mio primo campo invernale ed entrambi mi faceste innamorare dello scoutismo, Buona strada ....Truciolo
Pino Fontana:  E' rimasto immutato il ricordo delle esperienze vissute insieme ad un Grande Capo sempre pronto a servire con umiltà, passione e competenza. Buona strada Natale per i sentieri del Cielo dal tuo fratello Pino Fontana
Francesco Lo Mascolo: Ciao Natale! Sono venuto ieri a salutarti, oggi non me la sono sentita di essere lì insieme agli altri, avrei fatto dispiacere a Marcella che già ieri mi ha rimproverato perché mi ero messo a piangere. Non avrei resistito. Come sto facendo adesso... Questa volta mi hai preceduto. Sei stato sempre dopo di me, sei nato un anno dopo, sei stato l'Inc. reg. esploratori ASCI l'anno dopo di me. Quante belle avventure abbiamo vissuto insieme! Insieme abbiamo faticato per portare avanti gli ideali in cui abbiamo creduto; tu sempre con il sorriso, e con la tua semplicità e lungimiranza, ed io con la mia caparbietà, ma sempre leali e rispettosi della nostra Promessa e della Legge, tanto da farci superare ogni malumore anche quelle volte che qualcuno voleva mettere zizzania fra noi. Sei arrivato sulla vetta. Ora da lassù, dove ci sono i nostri cari fratelli e amici con cui abbiamo vissuto parte del nostro cammino, aiutaci a superare le difficoltà che incontreremo ed essendo vicino al buon Gesù intercedi per noi. Sei finalmente arrivato a percorrere tutta la pista, il sentiero e la strada che porta a Lui. Ora riposa nella pace e nella serenità celeste. Ciao Fratello caro, estendi il mio saluto ai tanti fratelli e amici con cui ti rivedrai lassù e che ci hanno preceduto nella Casa del Padre!
Carlo Pennisi: Quanti ricordi mi lascia il tuo sorriso. Grazie
Renata Colomba: Ciao Natale caro,ti ricordo così: poche parole e grande impegno. Ai tempi ero una ragazzina che nutriva un certo timore per quel tuo volto un poco burbero, oggi nel ricordo e' prevalso il tuo dolce sorriso. Riposa in pace!
Luigi Sanlorenzo:  Caro Giovanni Perrone, grazie per avere saputo interpretare i sentimenti di tutti noi nell'estremo saluto a Natale. Un caro abbraccio. Loris

Giuseppe Giocaliero È ciò che,credo,volevamo dire tutti....Grazie Giovanni per questo tuo splendido messaggio nel quale racchiudi i nostri pensieri...Grazie Natale per i tanti doni che ci hai fatto...indimenticabili i campi alla Massariotta, le tue lezioni di vita... Buona Strada e Buona Caccia...






venerdì 19 maggio 2017

GIOVANI IN EQUILIBRIO PRECARIO - Il Rapporto Giovani 2017 della Fondazione Toniolo



“Se vogliamo ancora sperare in un futuro migliore non dobbiamo considerare i giovani come i “perdenti” da proteggere in un mondo diverso dal passato, ma le risorse principali per contribuire a cambiare il mondo nella direzione auspicata – ha detto Alessandro Rosina, docente di Demografia e Statitistica Sociale all Università Cattolica e curatore dell’indagine del Toniolo.
Di fronte alle grandi trasformazioni demografiche, alle sfide poste dalla globalizzazione e dall’innovazione tecnologica – destinate a produrre un grande impatto sulle vite dei singoli, sull’organizzazione sociale, sulla crescita economica – è cruciale, anzi vitale, aiutare le nuove generazioni a produrre nuove mappe della realtà che muta e individuare i percorsi più promettenti per raggiungere obiettivi condivisi. Il rischio è altrimenti quello per i giovani di perdersi e per la collettività di impoverirsi e veder aumentare diseguaglianze generazionali e sociali. “

Fotografato dal Rapporto Giovani 2017 dell’Istituto Toniolo il mondo giovanile svela le aspettative, le ansie e le delusioni delle nuove generazioni italiane.
Il tema del LAVORO risulta sempre più legato al mondo giovanile italiano dal quale emerge forte la preoccupazione nei confronti di una condizione di difficoltà che non fa intravedere sbocchi lavorativi e che risulta accentuata da una crisi economica che ha colpito molti paesi e tutte le fasce d’età. Ma le nuove generazioni sono anche il “nuovo che produce nuovo”. Non vengono per essere uguali alle generazioni dei genitori e dei nonni. Sono quindi il modo attraverso cui una società costruisce e INNOVA il proprio futuro cercando di compiere con successo il percorso di transizione alla vita adulta nonostante il rischio di impoverimento materiale, frustrazione psicologica e disagio sociale. Tutto questo in un contesto sempre più legato alla coscienza della necessità di un investimento personale nella FORMAZIONE grazie alla quale si preparano alla vita oltre che al mondo del lavoro.

È questo il quadro che emerge dal RAPPORTO GIOVANI 2017(RG2017) dell’Istituto Toniolo realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo e della Fondazione Cariplo . Il RG2017 si è basato su un campione di oltre 9.000 giovani tra i 18 e i 32 anni.
L’ intera indagine è raccolta nel volume “La condizione giovanile in Italia – Rapporto Giovani 2017”  edito da Il Mulino,  disponibile nelle librerie .

La fotografia del RG2017 del mondo giovanile italiano ci presenta una generazione in equilibrio precario tra rischi da cui difendersi e opportunità a cui tendere, con freni culturali e istituzionali alla messa pienamente in campo di tutto il proprio potenziale, troppo spesso misconosciuto e sottoutilizzato. Il 92,2% degli intervistati dichiara di non essere riuscito a realizzare i propri desideri formulati l’anno passato di uscire dalla famiglia di origine.
Sotto la lente d’ingrandimento del RG2017 gli snodi principali della transizione alla vita adulta: la formazione, il lavoro, l’autonomia e le scelte di vita a partire dalla scuola. In tale ambito il RG2017 restituisce il punto di vista dei giovani del contesto scolastico, non solo sulla sua capacità di essere luogo di apprendimento, ma anche su come incide sul benessere individuale e relazionale, oltre che sulle ricadute rispetto agli altri ambiti di vita. Oltre tre quarti del campione complessivo concorda nel sostenere che l’istruzione scolastica serve in primo luogo ad attrezzare la persona, accrescendone le abilità e le conoscenze (80,5%), promuovendo la capacità di ragionamento (75,9%) e di stare con gli altri (75,3%). Sei intervistati su dieci sono convinti che l’istruzione sia anche una risorsa utile per affrontare la vita (60,5%).

mercoledì 17 maggio 2017

La vera rivoluzione culturale: INTENDERSI CON GLI ALTRI SENZA DARSI BOTTE IN TESTA

Il compito vero – nei giorni che ad ognuno è dato di vivere – è intendersi con gli altri “senza darsi botte in testa reciprocamente”: Bonhoeffer ne era convinto. Oggi solitudine e isolamento incombono e si rischia di invecchiare e morire prima ancora di crescere. La situazione non ammette semplici spettatori di lotte altrui.
È davvero urgente ricostruire la tessitura della società attraverso una rivoluzionaria cultura del dialogo. Superare la soglia dello specchio e imparare ad arricchirsi della diversità dell’altro è possibile; scoraggiarsi è la più grande tentazione. Non ci sono ricette o facili scappatoie. Si tratta di mettere in dialogo tutte le forze vive, non di vincere sugli altri.
Rispetto a quanto siamo abituati a fare, vera rivoluzione è solo un impegno umile, deciso a pensare, cercare, provare e trovare la propria strada per un confronto reale. Nella trasparenza della fraternità è possibile e anche facile riconoscere semplicemente i propri passi falsi. Purtroppo però è altrettanto facile prenderli a pretesto per discernere quelli degli altri. Così succede che il confine fra lo spirito cordiale e l’ironia è indefinito e raggela il sorriso.

Eppure i rapporti difficili si possono curare. Parola d’ordine evangelica è: “Apriti!” (Mc 7,31-37), lascia che attraverso le tue orecchie entrino in te le voci e i suoni del mondo, le armonie e le dissonanze, le parole e i silenzi… Chiediti che cosa provi e perché. Cerca di capire quello che provano gli altri e perché… E il nodo che ti porti dentro, pian piano, comincia a sciogliersi. Diventa più chiaro dare un nome alle proprie e altrui emozioni e realistico imparare a gestirle in un ‘parlarsi,, che sia via alla fraternità. Vita in realtà è comunicare con la sofferenza e la gioia delle persone; accogliere ciò che chi ‘mi’ vive accanto pensa, sente, desidera…

Se nel rapporto interpersonale si vuole sempre e solo luce, chiarezza, certezza assoluta, forse si vuole dominare più che comunicare. Perché il dialogo autentico non è un caffè istantaneo e non dà effetti immediati. Ma se si parte dalla vita e dalle esigenze dell’altro, qualche strada nuova si apre. Anche nelle situazioni più buie e contraddittorie della storia – ci ha insegnato il cardinal Martini – lo Spirito è all’opera e pone segnali di bene, che chiedono di essere riconosciuti per fondarvi la speranza che non delude.
Mettere la maiuscola all’Altro, significa prendere sul serio le persone, la loro alterità umana, uscire insomma dalle prigioni del narcisismo… Allora nascono i più bei progetti: fragili, reali, sempre aperti al cambiamento… Non praticheremo mai a sufficienza questo orizzonte profetico nel quale si accolgono le differenze come parte di un cammino comune. Mettersi in condizione di parità con l’altro e non di distanza rende, comunque, possibile offrire – con verità e umiltà – parole che aprono, abbracciano, facilitano, aiutano a sollevare lo sguardo da se stessi.

 
Luciagnese Cedrone 
 (articolo tratto da lnx.usminazionale.it)

lunedì 8 maggio 2017

Papa Francesco agli studenti: OPPONETEVI ALLA CULTURA DELLA DISTRUZIONE


Papa Francesco, Udienza Generale in Aula Paolo VI
Foto: L'Osservatore Romano, ACI Group
Vengono da tutte le regioni d’Italia. E sono circa 7000 tra studenti, insegnanti, amministratori locali, giornalisti, genitori ed esponenti della società civile che oggi in Aula Paolo VI hanno incontrato Papa Francesco. Il loro obiettivo? Realizzare un laboratorio di pace.
Un grande striscione recita “Grazie Francesco”. E molti intervenuti su quel palco hanno ringraziato il Pontefice per il suo contributo alla pace.
Papa Francesco ha risposto a braccio ad alcune loro domande dei partecipanti all’Incontro promosso dal “Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani”. Domande difficili, quesiti che molti giovani si pongono e alle quali il mondo sembra non rispondere. “Domande concrete - dice il Papa - domande ben preparate, mi auguro siano uscite dal vostro cuore, perché sono domande concrete. Voglio farvi i complimenti perché in queste domande non ci sono ideologie, sono le domande della vita”.
“Papa Francesco cosa sta succedendo? Ogni giorno strage di innocenti, bombardamenti, stupri, tortore, fame, miseria, sterminate migrazioni. In tv le immagini ci lasciano straziati, impauriti. Cosa ci dobbiamo aspettare? Perché è così difficile imparare ad amare?” E’ la domanda di Maria, la prima giovane studentessa.
Pronta la risposta del Pontefice: “Quando io ero ragazzo queste domande le facevano i vecchi. E i giovani non capivano. A me piace che voi giovani capiate che c’è qualcosa che distrugge, qualcosa che non è normale. Sta crescendo, è cresciuta e cresce fra noi una cultura della distruzione. Dio ha creato l’uomo per costruire. Ci ha dato il mondo per farlo crescere, ci ha dato l’intelligenza per le invenzioni del bene di tutti. Ma non so cosa sia successo”.
“Incomincia una cultura di distruzione, si distrugge tanto – continua Papa Francesco - Ieri su un giornale c’era la fotografia di bambini affamati, magri. Eppure c’è al mondo tanta ricchezza per sfamarli. Dio ci ha creato per costruire, per fare comunità, per vivere in pace.”
Cosa sta succedendo, ripete Papa Francesco. Ma il Papa raccomanda ai piccoli studenti di non vivere in questa inquietudine, perché c’è anche un lato bello in questo mondo. “C’è tanta gente che spende il tempo per aiutarli - incoraggia il Pontefice- L’anno scorso in Africa ho trovato una suora aveva 84 anni, e da quando ne aveva 23 aiutava gli altri, era un’infermiera. E questo non si vede in tv. C’è distruzione si, siamo un po’ pazzi tutti si, ma ci sono tante altre cose buone nel mondo. Il nostro dovere è andare verso la strada della “costruzione”.
Poi c’è la domanda di Michele. “Siria, Yemen, Sud Sudan, Ucraina, Africa… Ci sono tante guerre nel mondo, che continuano per anni e anni. I responsabili della politica internazionale alzano le mani e non fanno niente. Come intervenire? Quali strumenti?”.
Francesco risponde sicuro: “ Sei stato forte nella domanda, perché i nostri responsabili sono cosi deboli? Non possono fare niente perché il mondo si è sistemato in un modo cattivo. Dio ha creato il mondo e ha messo al centro l’essere umano. Oggi il mondo va avanti con l’uomo e la donna non al centro”.
Poi è Francesco a fare una domanda a Michele. Cosa è al centro di questo movimento mondiale? Michele aggiunge: “ Il male, i soldi, il potere”.
“Sono gli affari – conferma Francesco – il traffico delle armi, i soldi, il traffico delle persone, dei bambini, il traffico della droga”.
Poi Francesco parla del lavoro. I contratti di lavoro scadenti, che durano pochi mesi. “Questo si chiama peccato mortale”, conferma il Pontefice.
Poi c’è la domanda di Luca sulla violenza. “Violenza insopportabile. Famiglia, internet, contro donne, immigrati. E’ davvero possibile fermare la violenza con la non violenza?”, domanda il giovane ragazzo.
“Ci sono persone che usano le chiacchiere e le parole per seminare zizzanie e mettere uno contro l’altro, la violenza della lingua”, dice Francesco. Il rimedio? “Morditi la lingua - afferma il Papa- Si gonfierà la lingua, ma guadagnerai di non essere “un terrorista delle chiacchiere”. Essere miti, è la beatitudine che Francesco consiglia ai giovani. Ritrovare la mitezza.
C’è anche la domanda sull’educazione. “C’era un patto educativo tra famiglia e scuola – dice il Papa raccontando un suo aneddoto da alunno in Argentina – adesso sono i genitori che rimproverano i maestri. Dobbiamo rifare il patto educativo: famiglia, società, scuola. Tutti al servizio del ragazzo, tutti uniti”. Dunque oltre la mitezza, ritrovare l’ascolto e il dialogo.
Infine l’utima domanda. La “Laudato Si” a scuola, l’enciclica di Francesco che si concentra sull’amore della “casa comune” e del creato. “Abbiamo vissuto consumando troppo. Come possiamo affrontare sfide cosi grandi,, come quelle dell’ambiente?” Si domanda Costanza.
“E’ il consumismo – dichiara il Papa – noi non stiamo solo sporcando il creato, ma lo stiamo distruggendo”.
Rassegnazione è una parola proibita, conclude il Papa: "Qui mi arrabbio io!".

giovedì 4 maggio 2017

LO SCOUT E' CORTESE E "CAVALLERESCO" ?

La prima formulazione  del quinto articolo della Legge scout era "Lo scout è cortese e cavalleresco". Ancor’oggi  la legge scout di varie associazioni riporta le stesse parole. In AGESCI l'articolo è stato ridefinito in "La guida e lo scout sono cortesi".
B.-P. si rifaceva all'ideale degli antichi cavalieri per indicare agli scout quelle virtù che, esaltavando la dignità umana,  esprimevano l'essenza dell'essere scout. 
Così, infatti, scriveva: "Tutti voi, capisquadriglia ed esploratori, siete dunque come quei cavalieri e i loro uomini, soprattutto se manterrete alto il vostro onore, e se farete del vostro meglio per aiutare tutti quelli che sono in pericolo, o che hanno comunque bisogno di aiuto. Il vostro motto è <estote parati> ad agire sempre così. Nei tempi antichi i cavalieri erano i veri scout e le loro regole erano molto simili alla Legge scout che noi abbiamo ora”.
Lealtà, fiducia, coraggio, servizio, onore, cavalleria, …  sono termini desueti o ancora virtù da promuovere? In che modo?
Ci può essere un codice cavalleresco per  il terzo millennio? 
A proposito lo psicoterapeuta Marchesini, in una sua recente pubblicazione si interroga: «Dove sono più i veri uomini? La nostra è una società irresponsabile, in cui contano solo i “like”.  Riscopriamo le virtù del cavaliere, di colui che è pronto a dare la vita per il bene degli altr

                 Il codice virile

Intervista di ANTONIO GIULIANO

Quando il gioco si fa duro, scendono in campo i veri uomini. Ma questa è una società di “mammolette”, tutt’altro che virile. Bombardati da modelli e messaggi effeminati, dell’uomo maschio se ne son perse le tracce. Abbondano invece i fifoni e i “mammoni” e anche il “macho”, il palestrato con tatuaggio, in realtà nasconde una personalità fragile e insicura. È un quadro impietoso ma documentato che Roberto Marchesini, psicologo e psicoterapeuta, ha già fatto emergere in un saggio controcorrente Quello che gli uomini non dicono (Sugarco). Da studioso consapevole della posta in gioco ha pensato bene di rilanciare il tema con un nuovo manuale impavido che punta in alto e fa riscoprire l’orgoglio agli uomini (ma di riflesso anche alle donne) della propria identità di genere: Codice cavalleresco per l’uomo del terzo millennio (Sugarco, pagine 144, euro 12,50).
Maschi si nasce (checché ne dica l’ideologia gender), ma uomini si diventa è il cardine del suo ragionamento. Però abbiamo smarrito la stessa etimologia del termine “uomo”.
«Esatto. Il greco lo definisce con due parole: anthropos e aner. Il primo indica l’essere umano di sesso maschile, il secondo l’uomo pienamente realizzato, l’eroe. Così i latini usavano homo e vir da cui virtus (la virtù) vis (forza) e virilitas (virilità). L’essere umano di sesso maschile nasce homo (o anthropos) e deve diventare vir (o aner) cioè forte, coraggioso, virtuoso. Il dovere connesso al nascere maschio è di diventare uomo, di realizzare quel potenziale donatoci al concepimento di diventare un eroe».
Perché non sentiamo più questo compito?
«L’umanità ha sempre abitato un mondo metafisico, nel quale la realtà non era limitata ai nostri sensi. Ogni donna e ogni uomo sapeva di avere un compito da realizzare, un progetto da compiere, dei talenti da mettere a frutto. Ora viviamo in un mondo in cui non c’è un domani, un orizzonte, un fine: la vita è un eterno presente senza senso. Il problema è che una vita senza significato è, come diceva Viktor Frankl, una vita grigia, vuota, impossibile. E anche la ricerca spasmodica del piacere è una conseguenza dell’impossibilità di vivere una vita senza uno scopo».
A che cosa serve un codice cavalleresco?
«È una guida per l’uomo di oggi per riscoprire se stesso. Un compendio tutto fuorché “buonista”. Il cavaliere non è tale per nascita, ma per virtù, non ha privilegi, ma doveri, che egli accetta liberamente. Il cavaliere è generoso e domina le passioni senza farsi dominare perché le indirizza verso il bene.
È un uomo che teme più la vergogna e il peccato della morte stessa. Anzi sacrificare la propria vita per il bene degli altri è il suo destino, il suo compimento».
Lei ne fa una questione di onore, ma gli adulti oggi sembrano più attratti dai social network.
«L’onore non coincide con la reputazione. L’onore dipende dalle virtù della persona, non da quello che altri pensano di lei. Le due cose non coincidono anzi spesso sono in antitesi. “Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi” dice il Vangelo. E in effetti Gesù che incarnava ogni virtù, non godeva di ottima reputazione. La nostra società senza onore - è basata sulla reputazione. Come dimostra il successo dei social, dove agisce il meccanismo perverso dei “like” o dei “followers”. Di avere cioè l’approvazione degli altri anche se estranei. Ma chi elemosina approvazione da chiunque è generalmente una persona molto insicura».
               In questa crisi del maschio, a farne le spese più di tutti oggi è la figura del padre.
«È il grande assente. E difatti la nostra società, materna, iperprotettiva, ci induce a essere timorosi. È la mamma che dice: “Non farlo, che ti fai male”, “È pericoloso”; è invece il padre che ci incoraggia a rischiare, a osare, a lasciare le sottane materne per prendere il largo nel pericoloso mondo. La vita è rischio e la nostra civiltà è stata costruita da coraggiosi, non da vili. Ma oggi prevale il lamento o l’assicurazione che non si avranno conseguenze. Siamo circondati da persone che vogliono avere rapporti sessuali ma non la gravidanza, vogliono avere figli ma devono essere sicuri che saranno sani e belli. E poi sempre a scaricare la responsabilità sugli altri: “Mio figlio è un bravo ragazzo prendetevela con i veri delinquenti”… Stiamo allevando una società di irresponsabili».
Tra le virtù del codice c’è la lealtà…
«Ormai scomparsa. Basta vedere la crisi del matrimonio. Il tradimento (considerato ormai fisiologico) e il divorzio non sono altro che una rottura del giuramento, una slealtà. “Se le cose vanno male” - si obietta - “perché restare insieme?”. Perché si è promesso e le promesse si fanno per quando le cose vanno male, altrimenti non ci sarebbe bisogno di promettere. Ma si sa la fedeltà ha un prezzo e oggi nessuno è educato a pagare per le proprie scelte».
Perché lo sport è un’ottima palestra di virtù?
«Chi ha fatto sport sa che l’avversario è quello che abbiamo dentro di noi: paure, insicurezze, limiti. Colui che abbiamo davanti ci dà l’occasione di superare le nostre fragilità. Nello sport non importa vincere o perdere, ma come si vince e come si perde. La storia (vera) di Rocky Balboa lo dimostra ».
Un eroe anche del cinema, come Braveheart o Batman…
«Sono modelli. Batman è uno che combatte il crimine a mani nude, e senza uccidere mai nessuno; indossa la maschera non per viltà, ma per proteggere chi gli sta vicino. È il Cavaliere Oscuro. Un cavaliere, perché il suo destino è quello di morire combattendo il male. Oscuro perché non esita a sacrificare la propria reputazione, ad accettare di essere deriso e calunniato per il bene delle persone che gli sono affidate».
Un’arma potente è l’educazione.
«La nostra civiltà è stata costruita sul potere delle storie: dai poemi omerici, alle chanson de geste, alla letteratura per l’infanzia, alle storie della Bibbia. Noi stessi del secolo scorso abbiamo capito cos’era un uomo leggendo Sandokan, Michele Strogoff, L’ultimo dei mohicani ... Ma adesso non raccontiamo più nulla ai ragazzi: gli diamo in mano un tablet, uno smartphone perché non diano fastidio. Riprendere in mano questo patrimonio millenario di storie è la chiave per dare ancora un orizzonte a milioni di uomini e donne».


Tratto da www.avvenire.it


martedì 2 maggio 2017

TATUAGGI. CHE PASSIONE!

“Mamma, papà, voglio farmi un tatuaggio!”

Fenomeno tattoo: sempre più giovani e meno giovani usano tatuarsi il corpo. Quali sono gli effetti che un tatuaggio può avere sulla cute? La pelle tatuata cambia per sempre, cosa spinge dunque una persona ad alterare definitivamente la propria immagine?

di Gabriele Soliani

I tatuaggi sulla pelle del corpo diventano sempre più diffusi, quasi un segnale da mostrare come moda. Ora che arriva l’estate e si abbandonano gli abiti lunghi e coprenti, i tatuaggi risultano in bell’evidenza. Ma non si capisce bene se sono fatti per esaltare la bellezza del corpo o per qualcos’altro.
Un recente sondaggio Usa ha evidenziato che tre adulti su dieci ne ha almeno uno, con le percentuali maggiori fra i Millenials (47%) e i Gen Xers (36%) e un aumento generalizzato del 50% negli ultimi quattro anni.
La cute umana è un vero e proprio organo e svolge molte funzioni, per queste ragioni la scienza medica cerca oggi di studiare il cosiddetto fenomeno tattoo. I risultati delle ricerche mostrano parecchi dubbi e qualche preoccupazione. L’ultimo studio, che è stato pubblicato sull’argomento in ordine di tempo, ha scoperto che i tatuaggi possono alterare il modo in cui la pelle suda aumentando i rischi di un possibile colpo di calore.
I ricercatori dell’Alma College nel Michigan, analizzando i campioni di sudore di 10 adulti in buona salute, hanno notato che la zona di pelle ricoperta d’inchiostro (per l’esperimento si è scelta un’area circolare di almeno 5,2 cm) espelleva circa il 50% di sudore in meno rispetto alla parte priva di tatuaggi. “Dall’esame dei campioni di sudore è anche emerso che quelli rilasciati dalla pelle tatuata avevano una maggior concentrazione di sodio rispetto a quelli presi dalla pelle libera da inchiostro”, ha spiegato al quotidiano Time il professor Maurie Luetkemeier, coautore dello studio. Infatti quando le ghiandole sudoripare producono il sudore, la pelle tende a riassorbire il sodio e gli altri elettroliti, ma nel corso dell’esperimento gli scienziati si sono accorti che in presenza di un tatuaggio tale riassorbimento veniva parzialmente bloccato.
Il prof. Luetkemeier precisa che: “Non siamo ancora sicuri se ciò dipenda dall’inchiostro, dal trauma dell’incisione o da una combinazione di entrambi i fattori”. Quando l’area coperta da inchiostro è piuttosto estesa (e concentrata soprattutto su schiena, braccia o altre zone ricche di ghiandole sudoripare) i tatuaggi potrebbero interferire con la capacità della pelle di raffreddare il corpo e di trattenere alcuni nutrienti fondamentali, dando così origine a problemi di termoregolazione che potrebbero provocare improvvisi (e potenzialmente pericolosi) colpi di calore.
               Il professor Antonino Di Pietro, direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano dice che: “Questo studio va considerato con attenzione poiché la pelle tatuata cambia sicuramente le proprie caratteristiche e va incontro a modifiche che non possono banalmente fermarsi a una differenza di colore superficiale. Sia il trauma di un ago che, arrivando nel derma medio profondo, crea migliaia di microcicatrici in pochi centimetri quadrati, sia i granuli di pigmento, che sono corpi estranei che resteranno per sempre tra le cellule cutanee, alterano infatti la struttura cutanea, mettendo a rischio l’equilibrio e la normale vita delle cellule e delle ghiandole della pelle”.
Sappiamo anche che il tatuaggio non sempre si può rimuovere del tutto lasciando cicatrici permanenti. La pelle tatuata dunque cambia per sempre. Perché alterare per sempre un organo del corpo? Perché rovinarlo facendogli cambiare colore e fisiologia? Perché proprio la pelle che è il modo umano di presentarsi agli altri e anche a se stessi quando ci si specchia o ci si guarda?
Dallo studio citato manca, forse perché non era nei suoi fini scientifici, il pericolo di non vedere, nascosto dal pigmento, un neo che cambia colore, contorni e dimensioni, segnale di evoluzione del melanoma, il temibile cancro della cute. Sinceramente è difficile capire i motivi di questa moda così diffusa fra calciatori, cantanti e personaggi televisivi.
Per un genitore che si sente chiedere dal figlio o figlia adolescente: “Voglio farmi un tatuaggio” la motivazione del no potrebbe essere lo studio citato, oltre al fatto che la bellezza, la grandezza e la dignità del corpo va preservata sempre. In termini laici si può dire che il corpo ha una fisiologia meravigliosa e che è destinato a dare la vita ad altre persone. E, anche se i giovani non lo capiscono, si può dire che il corpo è tempio dello Spirito Santo.

www.puntofamiglie.net  


lunedì 1 maggio 2017

PRIMO MAGGIO- Festa del lavoro!


Buon primo maggio. 
Con l'augurio 
- che tutti possano avere un onesto e dignitoso lavoro, 
- che le potenzialità di ciascuno siano adeguatamente valorizzate e messe al servizio del bene comune, 
- che carità, solidarietà e giustizia siano caratteristiche delll'agire delle persone, delle istituzioni e delle nazioni. 

San Giuseppe, patrono dei lavoratori protegga tutti e ci aiuti a fare del nostro meglio.