martedì 2 maggio 2017

TATUAGGI. CHE PASSIONE!

“Mamma, papà, voglio farmi un tatuaggio!”

Fenomeno tattoo: sempre più giovani e meno giovani usano tatuarsi il corpo. Quali sono gli effetti che un tatuaggio può avere sulla cute? La pelle tatuata cambia per sempre, cosa spinge dunque una persona ad alterare definitivamente la propria immagine?

di Gabriele Soliani

I tatuaggi sulla pelle del corpo diventano sempre più diffusi, quasi un segnale da mostrare come moda. Ora che arriva l’estate e si abbandonano gli abiti lunghi e coprenti, i tatuaggi risultano in bell’evidenza. Ma non si capisce bene se sono fatti per esaltare la bellezza del corpo o per qualcos’altro.
Un recente sondaggio Usa ha evidenziato che tre adulti su dieci ne ha almeno uno, con le percentuali maggiori fra i Millenials (47%) e i Gen Xers (36%) e un aumento generalizzato del 50% negli ultimi quattro anni.
La cute umana è un vero e proprio organo e svolge molte funzioni, per queste ragioni la scienza medica cerca oggi di studiare il cosiddetto fenomeno tattoo. I risultati delle ricerche mostrano parecchi dubbi e qualche preoccupazione. L’ultimo studio, che è stato pubblicato sull’argomento in ordine di tempo, ha scoperto che i tatuaggi possono alterare il modo in cui la pelle suda aumentando i rischi di un possibile colpo di calore.
I ricercatori dell’Alma College nel Michigan, analizzando i campioni di sudore di 10 adulti in buona salute, hanno notato che la zona di pelle ricoperta d’inchiostro (per l’esperimento si è scelta un’area circolare di almeno 5,2 cm) espelleva circa il 50% di sudore in meno rispetto alla parte priva di tatuaggi. “Dall’esame dei campioni di sudore è anche emerso che quelli rilasciati dalla pelle tatuata avevano una maggior concentrazione di sodio rispetto a quelli presi dalla pelle libera da inchiostro”, ha spiegato al quotidiano Time il professor Maurie Luetkemeier, coautore dello studio. Infatti quando le ghiandole sudoripare producono il sudore, la pelle tende a riassorbire il sodio e gli altri elettroliti, ma nel corso dell’esperimento gli scienziati si sono accorti che in presenza di un tatuaggio tale riassorbimento veniva parzialmente bloccato.
Il prof. Luetkemeier precisa che: “Non siamo ancora sicuri se ciò dipenda dall’inchiostro, dal trauma dell’incisione o da una combinazione di entrambi i fattori”. Quando l’area coperta da inchiostro è piuttosto estesa (e concentrata soprattutto su schiena, braccia o altre zone ricche di ghiandole sudoripare) i tatuaggi potrebbero interferire con la capacità della pelle di raffreddare il corpo e di trattenere alcuni nutrienti fondamentali, dando così origine a problemi di termoregolazione che potrebbero provocare improvvisi (e potenzialmente pericolosi) colpi di calore.
               Il professor Antonino Di Pietro, direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico Vita Cutis di Milano dice che: “Questo studio va considerato con attenzione poiché la pelle tatuata cambia sicuramente le proprie caratteristiche e va incontro a modifiche che non possono banalmente fermarsi a una differenza di colore superficiale. Sia il trauma di un ago che, arrivando nel derma medio profondo, crea migliaia di microcicatrici in pochi centimetri quadrati, sia i granuli di pigmento, che sono corpi estranei che resteranno per sempre tra le cellule cutanee, alterano infatti la struttura cutanea, mettendo a rischio l’equilibrio e la normale vita delle cellule e delle ghiandole della pelle”.
Sappiamo anche che il tatuaggio non sempre si può rimuovere del tutto lasciando cicatrici permanenti. La pelle tatuata dunque cambia per sempre. Perché alterare per sempre un organo del corpo? Perché rovinarlo facendogli cambiare colore e fisiologia? Perché proprio la pelle che è il modo umano di presentarsi agli altri e anche a se stessi quando ci si specchia o ci si guarda?
Dallo studio citato manca, forse perché non era nei suoi fini scientifici, il pericolo di non vedere, nascosto dal pigmento, un neo che cambia colore, contorni e dimensioni, segnale di evoluzione del melanoma, il temibile cancro della cute. Sinceramente è difficile capire i motivi di questa moda così diffusa fra calciatori, cantanti e personaggi televisivi.
Per un genitore che si sente chiedere dal figlio o figlia adolescente: “Voglio farmi un tatuaggio” la motivazione del no potrebbe essere lo studio citato, oltre al fatto che la bellezza, la grandezza e la dignità del corpo va preservata sempre. In termini laici si può dire che il corpo ha una fisiologia meravigliosa e che è destinato a dare la vita ad altre persone. E, anche se i giovani non lo capiscono, si può dire che il corpo è tempio dello Spirito Santo.

www.puntofamiglie.net  


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