“Mamma, papà, voglio farmi un
tatuaggio!”
Fenomeno tattoo: sempre più giovani e meno
giovani usano tatuarsi il corpo. Quali sono gli effetti che un tatuaggio può
avere sulla cute? La pelle tatuata cambia per sempre, cosa spinge dunque una
persona ad alterare definitivamente la propria immagine?
di Gabriele Soliani
I tatuaggi sulla pelle
del corpo diventano sempre più diffusi, quasi un segnale da mostrare come moda.
Ora che arriva l’estate e si abbandonano gli abiti lunghi e coprenti, i
tatuaggi risultano in bell’evidenza. Ma non si capisce bene se sono fatti per
esaltare la bellezza del corpo o per qualcos’altro.
Un recente sondaggio
Usa ha evidenziato che tre adulti su dieci ne ha almeno uno, con le percentuali
maggiori fra i Millenials (47%) e i Gen Xers (36%) e un aumento generalizzato
del 50% negli ultimi quattro anni.
La cute umana è un
vero e proprio organo e svolge molte funzioni, per queste ragioni la scienza
medica cerca oggi di studiare il cosiddetto fenomeno tattoo. I risultati delle
ricerche mostrano parecchi dubbi e qualche preoccupazione. L’ultimo studio, che
è stato pubblicato sull’argomento in ordine di tempo, ha scoperto che i
tatuaggi possono alterare il modo in cui la pelle suda aumentando i rischi di
un possibile colpo di calore.
I ricercatori
dell’Alma College nel Michigan, analizzando i campioni di sudore di 10 adulti
in buona salute, hanno notato che la zona di pelle ricoperta d’inchiostro (per
l’esperimento si è scelta un’area circolare di almeno 5,2 cm) espelleva circa
il 50% di sudore in meno rispetto alla parte priva di tatuaggi. “Dall’esame dei
campioni di sudore è anche emerso che quelli rilasciati dalla pelle tatuata
avevano una maggior concentrazione di sodio rispetto a quelli presi dalla pelle
libera da inchiostro”, ha spiegato al quotidiano Time il professor Maurie
Luetkemeier, coautore dello studio. Infatti quando le ghiandole sudoripare
producono il sudore, la pelle tende a riassorbire il sodio e gli altri
elettroliti, ma nel corso dell’esperimento gli scienziati si sono accorti che
in presenza di un tatuaggio tale riassorbimento veniva parzialmente bloccato.
Il prof. Luetkemeier
precisa che: “Non siamo ancora sicuri se
ciò dipenda dall’inchiostro, dal trauma dell’incisione o da una combinazione di
entrambi i fattori”. Quando l’area coperta da inchiostro è piuttosto estesa
(e concentrata soprattutto su schiena, braccia o altre zone ricche di ghiandole
sudoripare) i tatuaggi potrebbero interferire con la capacità della pelle di
raffreddare il corpo e di trattenere alcuni nutrienti fondamentali, dando così
origine a problemi di termoregolazione che potrebbero provocare improvvisi (e
potenzialmente pericolosi) colpi di calore.
Il
professor Antonino Di Pietro, direttore scientifico dell’Istituto Dermoclinico
Vita Cutis di Milano dice che: “Questo studio va considerato con attenzione
poiché la pelle tatuata cambia sicuramente le proprie caratteristiche e va
incontro a modifiche che non possono banalmente fermarsi a una differenza di
colore superficiale. Sia il trauma di un ago che, arrivando nel derma medio
profondo, crea migliaia di microcicatrici in pochi centimetri quadrati, sia i
granuli di pigmento, che sono corpi estranei che resteranno per sempre tra le
cellule cutanee, alterano infatti la struttura cutanea, mettendo a rischio
l’equilibrio e la normale vita delle cellule e delle ghiandole della pelle”.
Sappiamo anche che il
tatuaggio non sempre si può rimuovere del tutto lasciando cicatrici permanenti.
La pelle tatuata dunque cambia per sempre. Perché alterare per sempre un organo
del corpo? Perché rovinarlo facendogli cambiare colore e fisiologia? Perché
proprio la pelle che è il modo umano di presentarsi agli altri e anche a se
stessi quando ci si specchia o ci si guarda?
Dallo studio citato
manca, forse perché non era nei suoi fini scientifici, il pericolo di non
vedere, nascosto dal pigmento, un neo che cambia colore, contorni e dimensioni,
segnale di evoluzione del melanoma, il temibile cancro della cute. Sinceramente
è difficile capire i motivi di questa moda così diffusa fra calciatori,
cantanti e personaggi televisivi.
Per un genitore che si
sente chiedere dal figlio o figlia adolescente: “Voglio farmi un tatuaggio” la
motivazione del no potrebbe essere lo studio citato, oltre al fatto che la
bellezza, la grandezza e la dignità del corpo va preservata sempre. In termini
laici si può dire che il corpo ha una fisiologia meravigliosa e che è destinato
a dare la vita ad altre persone. E, anche se i giovani non lo capiscono, si può
dire che il corpo è tempio dello Spirito Santo.
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