lunedì 10 luglio 2017

L'AEREO E LA TARTARUGA

Non circolava buon sangue tra una tartaruga e un aereo. La tartaruga era stanca di sentirselo passare sopra così chiassoso, assordante, capace, secondo lei, solo di panoramiche superficiali, senza poter approfondire ciò che vede.
Ma un giorno la tartaruga, inosservata, ha potuto osservare l’aereo fermo in pista; ne ammirò la grandezza e venne a conoscenza dell’enorme servizio prestato all’uomo. In breve stemperò il proprio giudizio negativo. Si mise davanti al muso della fusoliera e i due rivali, con crescente stima reciproca, intrecciarono un meraviglioso dialogo.
Lei gli confidò che avrebbe desiderato vedere tutte le cose belle che si contemplano dall’alto dei diecimila metri…E l’aereo gliele descrisse, lasciandola a bocca aperta.
Ma anche l’aereo, al termine del suo racconto, confidò alla tartaruga il suo rammarico di non poter, come lei, contemplare le cose da vicino.
Alla tartaruga non pareva vera la curiosità dell’aereo. Gli raccontò, quasi senza riprendere fiato, le meraviglie del bosco, del sottobosco, la vita che ferve nei giardini, sotto ogni foglia, il profumo e il colore che si gode passando accanto ad ogni fiore e annusando ogni petalo di rosa. E i rapporti che intercorrono tra le formiche, le talpe, le marmotte…Era tanto l’interesse nell’ascolto che essa non avrebbe mai finito di parlare.
L’aereo non si lasciò sfuggire l’occasione di ringraziarla di essere tartaruga per lui e la tartaruga – a sua volta – lo ringraziò di essere aereo per lei, d’aver trovato qualcuno a cui interessava la sua vita.
Siamo creati come dono reciproco.

Ciao da P. Andrea Panont
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