Oltre un adolescente su cinque presenta un uso problematico di Internet
Comunicato stampa dell’Ufficio Stampa Policlinico Gemelli 20 luglio 2018
Oltre un adolescente su cinque presenta un uso problematico di Internet.
È il quadro che emerge dai risultati di uno studio condotto presso la Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS – Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicato sulla rivista internazionale “Frontiers in Psychiatry”.
È il quadro che emerge dai risultati di uno studio condotto presso la Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS – Università Cattolica del Sacro Cuore e pubblicato sulla rivista internazionale “Frontiers in Psychiatry”.
È elevata la prevalenza degli adolescenti italiani con comportamenti a
rischio di dipendenza da sostanze e non solo: oltre il 22% dei giovani
che frequentano le scuole superiori presenta un rapporto disfunzionale
con il Web. È il dato che emerge da uno studio effettuato presso la
Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS – Università
Cattolica del Sacro Cuore e pubblicato sulla prestigiosa rivista
“Frontiers in Psychiatry”.
La ricerca è stata condotta dal Dottor Marco Di Nicola e coordinata dal Professor Luigi Janiri dell’Unita operativa Complessa del Gemelli e Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica e dimostra anche una relazione tra l’uso problematico di Internet ed un peggiore rendimento scolastico, oltre che alcuni tratti di personalità e caratteristiche psicologiche già associati al rischio di sviluppare disturbi psichici.
La ricerca ha coinvolto 996 ragazzi che frequentano le scuole superiori (240 maschi e 756 femmine, con un’età media di circa 16 anni) valutati mediante questionari specifici atti a indagarne le caratteristiche sociodemografiche, l’abitudine al fumo di sigaretta, l’uso di alcolici e di altre sostanze d’abuso, il rendimento scolastico e i comportamenti a rischio di dipendenza (uso di Internet, gioco d’azzardo, esercizio fisico).
La ricerca è stata condotta dal Dottor Marco Di Nicola e coordinata dal Professor Luigi Janiri dell’Unita operativa Complessa del Gemelli e Istituto di Psichiatria e Psicologia dell’Università Cattolica e dimostra anche una relazione tra l’uso problematico di Internet ed un peggiore rendimento scolastico, oltre che alcuni tratti di personalità e caratteristiche psicologiche già associati al rischio di sviluppare disturbi psichici.
La ricerca ha coinvolto 996 ragazzi che frequentano le scuole superiori (240 maschi e 756 femmine, con un’età media di circa 16 anni) valutati mediante questionari specifici atti a indagarne le caratteristiche sociodemografiche, l’abitudine al fumo di sigaretta, l’uso di alcolici e di altre sostanze d’abuso, il rendimento scolastico e i comportamenti a rischio di dipendenza (uso di Internet, gioco d’azzardo, esercizio fisico).
“Il consumo frequente di alcolici e l’uso di sostanze sono risultati
molto comuni nei maschi”, spiega il Dottor Di Nicola, “ma rispetto al
passato le differenze di genere sono sempre meno evidenti, soprattutto
per quanto riguarda i cannabinoidi ed il binge drinking (abbuffate
alcoliche)”.
L’uso problematico di Internet è stato rilevato nel 22,1% dei giovani senza differenze tra maschi e femmine. “Tale fenomeno”, spiega l’esperto “è stato valutato con un’intervista e con test specifici che esplorano l’impatto dell’uso di Internet sulla quotidianità (scuola, lavoro, rapporti familiari e relazioni interpersonali, durata e qualità del sonno, etc.) e il grado di disagio che i giovani sperimentano quando non possono accedere al Web con le modalità desiderate. Si tratta di un comportamento altamente disadattivo (con ripercussioni significative sul funzionamento generale del soggetto) anche se non si può parlare ancora di una vera e propria “dipendenza”.
L’uso problematico di Internet è stato rilevato nel 22,1% dei giovani senza differenze tra maschi e femmine. “Tale fenomeno”, spiega l’esperto “è stato valutato con un’intervista e con test specifici che esplorano l’impatto dell’uso di Internet sulla quotidianità (scuola, lavoro, rapporti familiari e relazioni interpersonali, durata e qualità del sonno, etc.) e il grado di disagio che i giovani sperimentano quando non possono accedere al Web con le modalità desiderate. Si tratta di un comportamento altamente disadattivo (con ripercussioni significative sul funzionamento generale del soggetto) anche se non si può parlare ancora di una vera e propria “dipendenza”.
Inoltre, il 9,7% degli adolescenti valutati ha descritto delle
modalità di gioco problematiche, con un elevato rischio di sviluppare
una condizione di gioco d’azzardo patologico. I maschi riportano tale
condotta più frequentemente delle femmine (29,9% vs. 3,7%).
E ancora, il 6,2% del campione ha riferito di praticare esercizio
fisico in maniera eccessiva (in questo caso è stato valutato il grado di
coinvolgimento in attività sportive, le ripercussioni negative sul
funzionamento quotidiano e sulle relazioni interpersonali, oltre che
sull’umore quando i soggetti non possono allenarsi come vorrebbero).
Le condotte di dipendenza studiate, sia da sostanze sia comportamentali, sono risultate associate ad una ridotta performance scolastica: più grave è la problematica del ragazzo, peggiore è il suo rendimento, sottolinea il Dottor Di Nicola.
Infine, tratti di personalità e caratteristiche psicologiche come l’incapacità di provare piacere, l’impulsività, la difficoltà a riconoscere e descrivere le proprie emozioni e la tendenza alla dissociazione, correlano con il rischio di comportamenti di dipendenza.
Le condotte di dipendenza studiate, sia da sostanze sia comportamentali, sono risultate associate ad una ridotta performance scolastica: più grave è la problematica del ragazzo, peggiore è il suo rendimento, sottolinea il Dottor Di Nicola.
Infine, tratti di personalità e caratteristiche psicologiche come l’incapacità di provare piacere, l’impulsività, la difficoltà a riconoscere e descrivere le proprie emozioni e la tendenza alla dissociazione, correlano con il rischio di comportamenti di dipendenza.
“Negli ultimi anni abbiamo assistito, tra i giovani italiani,
all’abbassarsi dell’età del primo contatto con le sostanze d’abuso,
all’aumento del poliabuso, di comportamenti quali il binge drinking e la
drunkoressia (sottoporsi a restrizione alimentare prima di consumare
alcolici, sia per limitare l’introito calorico ed evitare di prendere
peso, sia per potenziare gli effetti euforizzanti e disinibenti
dell’alcol), nonché dell’uso problematico di Internet e del gioco
(prevalentemente online), con un incremento del rischio di sviluppare in
età adulta dipendenze patologiche e disturbi psichici”, conclude
il Professor Janiri.
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