PASSIONE, INTRAPRENDENZA, COMPETENZA, PRONTEZZA, SERVIZIO
LO HANNO CONTRADDISTINTO
di Giovanni Perrone
Il 24 luglio del 1988 mi trovavo in Calabria, a Serra San Bruno, per il campo di reparto. Eravamo all'imbrunire. Dei carabinieri ci vennero a comunicare che Ciccio Piazza era improvvisamente morto. Non ci aspettavamo tale notizia (mi aveva "promesso" che non sarebbe andato al campo perché non stava bene e aveva avuto qualche problema cardiaco ... "però non dire niente ad altri").
Padre Randazzo, partì subito per l'Aspromonte per dare una mano ai giovani capi che erano rimasti sconvolti dall'accaduto. Infatti, Franco (Ciccio, per tutti) si trovava al campo estivo, anch'egli in Calabria, nella zona dell'Aspromonte, coi ragazzi del Palermo 1°.
Padre Randazzo, partì subito per l'Aspromonte per dare una mano ai giovani capi che erano rimasti sconvolti dall'accaduto. Infatti, Franco (Ciccio, per tutti) si trovava al campo estivo, anch'egli in Calabria, nella zona dell'Aspromonte, coi ragazzi del Palermo 1°.
Stava rimettendo a posto la pompa che portava l'acqua dalla sorgente
al campo. Erano stati giorni di duro lavoro per assicurare agli
scouts una buona organizzazione. Il cuore non resse. A causa delle
sue precarie condizioni di salute il medico gli aveva sconsigliato di partire
per il campo!
Si accasciò tra le braccia dei suoi scout che,
testardamente, aveva voluto accompagnare al campo, senza sottrarsi ad
alcuna fatica.
Ciccio era fatto così. "Prima i ragazzi!" soleva dire. Per lui significava mettersi con infaticabile generosità al servizio dei più piccoli.
Tempo, denaro, progetti,
sogni, speranze erano completamente dedicati ai ragazzi, in
particolare a quelli più bisognosi, che erano la gran parte degli scout del "suo" gruppo.
Anche nella sua quotidiana
attività di insegnante era così. Il "fare" per costruire,
per risolvere problemi, per sostenere chi aveva bisogno era
caratteristica del suo essere.
Non un fare senza idee e senza valori,
ma un fare sostenuto dalla fede, dalla speranza, dalla carità, dalla
voglia di andare avanti, nonostante le difficoltà,
le incomprensioni ed anche le umiliazioni che talora intralciano chi privilegia la pensosa e dinamica operosità,
supportata da un forte spirito di servizio. Non amava molto il parlare, ma l'agire per risolvere problemi.
Lo
Scautismo era la sua passione. Però, rispondeva generosamente ai molteplici inviti o ai bisogni che individuava là ove prestava servizio. Catechista, animatore del movimento dei maestri cattolici, responsabile diocesano per la pastorale dell'infanzia, collaboratore del dirigente scolastico ... ovunque era chiamato rispondeva prontamente e generosamente.
Nello scautismo svolse con grande impegno vari
incarichi: fondatore ed animatore di vari gruppi scout, responsabile
provinciale dell'ASCI e dell'AGESCI, organizzatore e conduttore della Cooperativa regionale di forniture scout, animatore del Settore Nautico degli scout, componente il Comitato nazionale
per le forniture AGESCI, logista in campi nazionali, formatore nei
campi scuola e nei campi nautici, uno dei costruttori della Base
scout della Massariotta, collaboratore del Settore Specializzazioni .... Era sempre pronto a tuffarsi in nuove avventure, con un sorriso accogliente, rassicurante, incoraggiante.
Non amava le luci della ribalta, la prontezza e l'umiltà erano costanti del suo quotidiano agire. Gli piaceva "andare al sodo", evitando lunghe e talora inutili elucubrazioni (che lo annoiavano).
Sia a scuola, sia in parrocchia, sia nello scautismo prestava attenzione ai più poveri e ai più bisognosi, con paterna attenzione, trascurando se stesso, svuotando il suo portafoglio, occupando senza sosta il suo tempo.
Aveva anzitempo messo in pratica l'invito di Papa Francesco: "Andate nelle periferie esistenziali!"
Per tutti era padre, amico e fratello.
In tutti coloro che abbiamo avuto la fortuna di condividere con lui il cammino ha lasciato una grande traccia: è stato leale amico e valido fratello.
Aveva un suo particolare modo di essere e di fare, talora giudicato un po' naif, ma sempre leale ed orientato a dare aiuto e a risolvere i problemi. Era "lo stile Ciccio Piazza"!
Gli sono molto grato, in particolare, per il grande aiuto nell'organizzazione e gestione dei campi nazionali EG svoltisi a Vico e in Abruzzo, per il Massarjam, per la costruzione della Base della Massariotta, per la gestione di Basi scout ad Alpe Cucco, Caserma Cozzo e Val dei Conti, per la logistica di diversi campi scuola nazionali di formazione capi e di specializzazione e tant'altro. Sempre pronto a risolvere i problemi per il "bene comune".
Tutti abbiamo imparato tanto dal suo dinamismo, dalla sua voglia e capacità di fare sempre del "suo meglio", dal suo costante impegno a favore del prossimo. Il suo ricordo mi (e ci) sarà sempre di esempio e di stimolo.
Aveva un suo particolare modo di essere e di fare, talora giudicato un po' naif, ma sempre leale ed orientato a dare aiuto e a risolvere i problemi. Era "lo stile Ciccio Piazza"!
Gli sono molto grato, in particolare, per il grande aiuto nell'organizzazione e gestione dei campi nazionali EG svoltisi a Vico e in Abruzzo, per il Massarjam, per la costruzione della Base della Massariotta, per la gestione di Basi scout ad Alpe Cucco, Caserma Cozzo e Val dei Conti, per la logistica di diversi campi scuola nazionali di formazione capi e di specializzazione e tant'altro. Sempre pronto a risolvere i problemi per il "bene comune".
Tutti abbiamo imparato tanto dal suo dinamismo, dalla sua voglia e capacità di fare sempre del "suo meglio", dal suo costante impegno a favore del prossimo. Il suo ricordo mi (e ci) sarà sempre di esempio e di stimolo.
Riportiamo uno scritto su Franco Piazza pubblicato dopo la sua morte.
Nella foto in alto: Franco Piazza (al centro) con padre Salvatore
Vitellaro e il giovane seminarista Benedetto Genualdi )entrambi poi
direttori della Caritas diocesana di Palermo. Anno 1973 alla Base
scout della Massariotta per i primi campi nazionali di
specializzazione.
In basso: Lo chalet "Franco Piazza" nella Base scout
"Massariotta", costruito con la sua cooperazione.
Ciccio ha lasciato un grande vuoto, ma anche una grande testimonianza di servizio e di disponibilità. Gemma Berri
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