Intervento del 22 Aprile 2017 – Gerace (RC)
di Sonia Mondin,
presidente nazionale
MASCI
Quando B.-P.
ha pensato al “buon cittadino”, al ragazzo che alla fine del percorso educativo
doveva entrare nella vita dell’adultità, aveva certamente in mente una persona che
da grande poteva che essere al centro di un sistema di relazioni.
Sapendo che non
si può essere cittadini da soli, ma lo si è quando si vive in un contesto
sociale, “la città” appunto:ossia l’insieme
di persone che vivono, si organizzano, interagiscono, si relazionano tra di
loro.
In questa interdipendenza risiede l’essenza, il cuore
della nostra esistenza, che è esistenza di relazione; e l’esperienza scoutsi
colloca all’interno di questo contesto, si colloca nel sistema relazionale.
Lo scautismo non è una proposta staccata, non è esperienza
altra, non è un ricordo dei bei tempi quando eravamo giovani esploratori, ma un
metodo che, vissuto da adulti, consente a chi lo attua di proporsi come
cittadino portatore di valori positivi, i valori della Promessa e della Legge
Scout.
Sulla base di
questa premessa, mi pare improprio poter trarre delle conclusioni così come
scritto nella vostra locandina e a me assegnate rispetto al tema; ma siamo in
un ambito in continuo divenire. Possiamo solo, forti del nostro vivere
l’esperienza della Comunità, accompagnarci insieme, camminare insieme dentro
alla città e – insieme – riflettere.
In questi
tempi, però, mi pare di constatare che è invalsa l’abitudine di parlare di
scautismo, piuttosto che di viverlo. Credo che
se andiamo a “raccontare” lo scautismo, rischiamo di essere poco credibili.
Come credo che nessuno di noi è entrato nel MASCI perché gli hanno raccontato
bene lo scautismo, e nemmeno perché gli veniva offerta una proposta educativa. ....
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