- di Federica Fasciolo*
Recentemente, l’istituzione del nuovo Ministero della Transizione ecologica, ha suscitato curiosità e interesse verso un ambito ancora poco definito, creato dal governo francese negli anni settanta, come Ministero della protezione della natura e dell’ambiente, ed ora strettamente correlato allo sforzo messo in campo dall’Unione Europea per far fronte alla crisi scatenata dalla pandemia.
Il processo di transizione ecologica rimanda perciò a una serie di riforme strutturali che ci vengono richieste dall’Unione Europea per accedere al piano di investimenti, ma riguarda anche cambiamenti nella quotidianità e negli stili di vita.
In questo senso sembra sostituirsi al termine “ sviluppo sostenibile”, che ha caratterizzato gli anni precedenti.
Presuppone un progressivo allontanamento dall’utilizzo di combustibili fossili, ricercando una crescente efficienza energetica, sostenendo le economie circolari in diversi settori.
Sullo sfondo è presente l’Agenda 2030, rivolta a tutti i Paesi del mondo, con 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, che descrivono le maggiori sfide dello sviluppo per l’umanità: il fine è quello di assicurare una vita sulla terra che sia sostenibile, equa per tutti, nel presente e nel futuro, capace di garantire la sopravvivenza, coinvolgendo governi, imprese private, società civile e quotidianità dei cittadini.
Tutti i Paesi che sottoscrivono questa agenda si impegnano ad adeguare i loro sforzi in vista di 17 obiettivi, così riassunti:
-povertà zero
-fame zero
-salute e benessere
-istruzione di qualità
-parità di genere
-garantire a tutti accesso all’igiene e all’ assistenza sanitaria
-energia pulita e accessibile
-lavoro dignitoso e crescita economica
-imprese, innovazione e infrastrutture
-riduzione disuguaglianze
-città e comunità sostenibili
-consumo e produzione responsabili
-lotta contro il cambiamento climatico
-vita sott’acqua
-vita sulla terra
-pace, giustizia e istituzioni solide
-partenrship per gli obiettivi.
Come portare a compimento questi obiettivi?
Non è sufficiente un Ministero. Serve uno sforzo condiviso, e l’ambito educativo è sicuramente privilegiato, mettendo in atto stili di vita virtuosi.
Non solo come cittadini, ma anche come scout possiamo fare molto: abbiamo un grande potenziale di risorse che attende di essere sfruttato in tutta la sua forza.
Lo scautismo è luogo privilegiato per capire la complessità, per vivere la solidarietà, per immergersi nella natura amandola e rispettandola, per restaurare gli equilibri compromessi e impegnarsi per un futuro migliore.
· R-S Servire
Nessun commento:
Posta un commento