Era un prezioso punto di riferimento umano e spirituale
per tutti
- di Carmelo Petrone
-
È ritornato alla casa del
Padre, mercoledì 15 gennaio padre Ernesto Firrera, presbitero cappuccino. A
darne notizia è frate Pietro Giarracca, ministro provinciale della Provincia
dei Frati minori cappuccini di Sicilia.
Padre Ernesto era nato a
Casteltermini l’11 marzo 1941, quarto di otto fratelli, al battesimo ricevette
il nome di Giuseppe. Fin dalla giovane età, si sentì attratto dalla chiamata
del Signore e intraprese il cammino religioso entrando in seminario a Sciacca.
Iniziò il noviziato a Calascibetta il 17 settembre 1959, emise la professione
semplice il 29 settembre 1960 e quella perpetua il 10 dicembre 1963. Fu
ordinato sacerdote il 29 giugno 1968, abbracciando con amore e dedizione la
vocazione sacerdotale e l’ideale francescano.
Dopo l’ordinazione, padre
Ernesto fu assegnato come assistente al seminario serafico di Caltanissetta e
successivamente a San Giovanni Gemini. Nel 1972 fu trasferito a Palermo nella
casa di riposo nell’ex infermeria dei Cappuccini, dove rimase fino al 1998. In
quel periodo, visse una fase di profonda riflessione per comprendere come
vivere autenticamente la sua vocazione come frate cappuccino e sacerdote.
Questo percorso lo portò a risiedere per un tempo presso il Centro Studi “San
Carlo Borromeo” a Monreale. A Palermo ha iniziato il servizio di insegnante di
religione e di assistente degli scout, accompagnandoli con entusiasmo in
numerose uscite e route, sia in Italia che all’estero.
Dal 1998, Padre Ernesto
fu assegnato a Caltanissetta, dove rimase per nove anni. Successivamente, venne
trasferito alla fraternità di Canicattì come guardiano. Nel 2013 fece ritorno a
Caltanissetta, dove visse fino al 2019, anno in cui tornò nuovamente alla
fraternità di Canicattì. Negli ultimi sei mesi, la sua fragilità lo aveva
portato a risiedere presso l’infermeria di Palermo, dove si è spento
serenamente.
«Padre Ernesto – lo ricorda il ministro provinciale Giarracca – è stato un frate cappuccino dalle virtù straordinarie: gentilezza, mitezza, silenzio, rispetto per l’altro, capacità di ascolto e accoglienza. Ha sempre cercato di fare la volontà di Dio e di vivere il grande dono del ministero sacerdotale con verità e dedizione. Gli ultimi anni della sua vita sono stati segnati dalla sofferenza a causa del morbo di Parkinson, una prova che lo ha colpito profondamente. Tuttavia, Padre Ernesto ha continuato a servire con fedeltà fino a quando le forze glielo hanno permesso, accettando la malattia con spirito di umiltà e abbandono alla volontà di Dio.
Padre Ernesto ci lascia un esempio luminoso di come vivere la propria
vocazione con pienezza, affidandosi sempre alla provvidenza divina».
Nessun commento:
Posta un commento