lunedì 23 gennaio 2017

CONVERSIONE DI SAN PAOLO - 25 febbraio


 «Io sono il più piccolo tra gli apostoli […] perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana» (1 Cor 15,9-10). L’apostolo Paolo così riassume il significato della sua conversione. Essa, avvenuta dopo il folgorante incontro con Gesù Risorto (cfr 1 Cor 9,1) sulla strada da Gerusalemme a Damasco, non è prima di tutto un cambiamento morale, ma un’esperienza trasformante della grazia di Cristo, e al tempo stesso la chiamata ad una nuova missione, quella di annunciare a tutti quel Gesù che prima perseguitava perseguitando i suoi discepoli. In quel momento, infatti, Paolo comprende che tra il Cristo vivente in eterno e i suoi seguaci esiste un’unione reale e trascendente: Gesù vive ed è presente in loro ed essi vivono in Lui. La vocazione ad essere apostolo si fonda non sui meriti umani di Paolo, che si considera “infimo” e “indegno”, ma sulla bontà infinita di Dio, che lo ha scelto e gli ha affidato il ministero".
                                                                                                                                        Papa Francesco

Alcuni suggerimenti per la riflessione e le attività

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