«Io sono il più piccolo tra gli apostoli […] perché ho
perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e
la sua grazia in me non è stata vana» (1
Cor 15,9-10). L’apostolo Paolo così riassume il significato della
sua conversione. Essa, avvenuta dopo il folgorante incontro con Gesù Risorto
(cfr 1 Cor 9,1) sulla
strada da Gerusalemme a Damasco, non è prima di tutto un cambiamento morale, ma
un’esperienza trasformante della grazia di Cristo, e al tempo stesso la
chiamata ad una nuova missione, quella di annunciare a tutti quel Gesù che
prima perseguitava perseguitando i suoi discepoli. In quel momento, infatti,
Paolo comprende che tra il Cristo vivente in eterno e i suoi seguaci esiste
un’unione reale e trascendente: Gesù vive ed è presente in loro ed essi vivono
in Lui. La vocazione ad essere apostolo si fonda non sui meriti umani di Paolo,
che si considera “infimo” e “indegno”, ma sulla bontà infinita di Dio, che lo
ha scelto e gli ha affidato il ministero".
Papa Francesco
Alcuni suggerimenti per la riflessione e le attività
Leggi: CONVERSIONE DI SAN PAOLO
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