Si è svolto a Firenze il III Forum di etica civile, promosso da una serie di realtà culturali e sociali radicate su tutto il territorio italiano.
I partecipanti al Forum hanno prodotto e firmato un patto fra le generazioni che riprende alcune fra le principali questioni per lo sviluppo culturale, politico, economico e sociale del nostro Paese.
Degli esiti dell’appuntamento fiorentino, parliamo con Simone Morandini. Vicepreside dell’Istituto di Studi Ecumenici San Bernardino di Venezia, Morandini è coordinatore del progetto Etica, Teologia e Filosofia della Fondazione Lanza di Padova. Fa parte del gruppo Custodia del creato dell’Ufficio per i problemi sociali e del lavoro della CEI ed è membro della presidenza ATISM.
Negli ultimi tempi, si registra nella nostra comunità nazionale un aumento di tensioni sociali e politiche spesso alimentate da logiche di chiusura e di scontro. In questo panorama culturale, che significato ha l’espressione “etica civile”?
Etica civile: una prospettiva morale tesa a costruire vita buona assieme nella società plurale. Una linea di ricerca, dunque, che mira a ritessere quelle reti di relazionalità solidale che stanno alla base della convivenza civile, valorizzando una pluralità di contributi ideali.
In questo senso ha una particolare importanza la città, nella sua valenza simbolica come nella sua concretezza reale: essa dice di uno spazio plurale, che consente ad ognuno di sviluppare al meglio le proprie potenzialità, ma che esige al contempo di vivere da cittadini (e non da free-riders, che si limitano approfittare dei vantaggi loro offerti), da soggetti civili (e non incivili).
C’è quindi un gioco di diritti e di doveri che interessa un’etica civile, ma anche una comprensione del bene comune che va persino aldilà di essi fino ad interessare gli spazi dell’economia, della politica, del rapporto all’ambiente…
– Perché, per la nostra società, è così importante un patto fra le generazioni?
Il rapporto tra le generazioni è stato individuato dai promotori del III Forum – una ventina di soggetti associativi della società civile (dalla Fondazione Lanza alla FUCI, da Aggiornamenti Sociali alla FOCSIV ed alla Fondazione Finanza Etica) – come particolarmente critico per questo nostro tempo.
Da un lato, infatti, gli sviluppi delle tecniche della comunicazione rendono sempre più acuto il gap comunicativo tra le diverse età; dall’altro si va disegnando – specie in Italia – una paradossale situazione, in cui all’esaltazione verbale di uno stile di vita giovanile si accompagna una marginalizzazione dei giovani dalla vita sociale e politica.
Lo ha ben evidenziato il professor Alessandro Rosina (Università Cattolica di Milano) nel suo intervento al Forum fiorentino: le dinamiche demografiche, una struttura distorta del mercato del lavoro ed il peso del debito pubblico pongono pesanti ipoteche sulla possibilità dei giovani di assumere ruoli attivi nello spazio sociale, impedendo così loro di dispiegare il contributo di creatività ed innovazione che portano con sé.
Né va dimenticata la pesante ipoteca posta sul futuro di tutti dal degrado ambientale ed in particolare dal mutamento climatico in atto.
In questo contesto si è posto il Forum, interrogandosi su come costruire una diversa relazione tra le generazioni, nel segno di una responsabilità condivisa, pur nella distinzione dei ruoli. L’orizzonte è quello di una società davvero orientata alla giustizia tra le generazioni, tra i generi, tra presente e futuro.
– Quali sono le peculiarità del patto che avete sottoscritto a conclusione del III Forum di Etica civile?
Il Patto è il frutto di una riflessione che i soggetti promotori hanno condotto ormai da più di un anno, tramite diversi eventi preparatori sul territorio nazionale. Esso raccoglie una serie di proposte che sono stati individuate come essenziali per un rinnovamento della vita civile nel nostro paese in vista di un più equilibrato rapporto intergenerazionale.
Il Patto tra generazioni è stato quindi rielaborato nel corso del Forum (specie nei dieci gruppi di discussione tematici) ed è stato siglato al termine di esso. Adesso è accessibile sul sito www.forumeticacivile.com, dove invito ognuno ed ognuna a prenderne visione ed a firmarlo – sia a titolo personale, sia eventualmente, per chi ne ha titolo, a nome dei rispettivi soggetti associativi.
Aggiungo che il Patto è intenzionalmente essenziale e sintetico, benché già articolato; un più ampio testo di Premesse, pure accessibile sullo stesso sito, consente peraltro di comprendere quale sia l’orizzonte concettuale in cui esso si colloca. Per chi desiderasse poi un ulteriore livello di approfondimento, segnalo l’agile volume pubblicato dalla Fondazione Lanza proprio in occasione del Forum Etica delle generazioni (Proget Edizioni, Padova 2019, da richiedere sul sito dell’editore).
– Caduto il muro di Berlino e terminata la stagione dei partiti di massa, la politica odierna pare sempre più disorientata da spinte estremiste. Perché è importante tornare all’educazione al pensiero politico?
L’estremismo dei diversi populismi è un tentativo di offrire risposte semplici a società attraversate invece da tensioni sempre più cariche di complessità.
Spesso, però, le soluzioni proposte sono del tutto inadeguate, come se l’individuazione di un nemico bastasse ad affrontare un problema.
Per farvi effettivamente fronte occorre invece una politica che sappia farsi carico di quella relazionalità articolata che abita ormai le nostre città. L’esigenza di un pensiero davvero comprensivo – e di un’educazione ad esso – si salda quindi con l’urgenza di condensare tale esigenza in parole efficaci e mobilitanti. L’etica civile vuole essere uno sguardo in tale direzione, ma ha ancora bisogno di buone gambe, di cuore, di testa e di mani attive per crescere ed ampliare il proprio orizzonte.
– A suo parere, quanto e perché l’impianto culturale e antropologico dell’enciclica di Francesco Laudato si’ può contribuire alla promozione dell’etica civile?
L’Enciclica Laudato Si’ è un vero e proprio testo di convocazione, teso a mobilitare una varietà di energie, di competenze e di ispirazioni ideali per la cura della casa comune.
Se certo un primo referente di tale espressione è la terra (l’oikos, la casa che ci porta), tuttavia lo sguardo di Francesco coglie acutamente l’intreccio di relazioni tra la dimensione ambientale, quella socio-economica e quella culturale.
L’espressione ecologia integrale ben compendia tale approccio, che trova espressione nell’esigenza di una conversione ecologica che dalla spiritualità e dall’educazione si estenda ai comportamenti quotidiani, per raggiungere lo spazio pubblico. Un testo, insomma, estremamente prezioso, che ha costituito una fonte di ispirazione di grande rilievo per i lavori del Forum.