venerdì 28 aprile 2017

SORRIDERE, SOGNARE, GUARDARE AL FUTURO ....

La vera felicità sta nell’apprezzare
 le piccole cose della vita quotidiana
di Carlo Climati


     È bello incontrare giovani che sorridono, che sognano, che guardano al futuro con speranza.              Purtroppo, però, questa condizione di serenità non appartiene a tutti. C’è anche chi soffre, chi piange, chi vede nubi e temporali nel proprio domani.
    Capita, a volte, di incontrare giovani che si dichiarano scontenti, depressi, stressati, angosciati, nonostante vivano in condizioni di oggettivo benessere.
      In alcuni casi questa condizione di disagio può avere ragioni molto serie. Il problema più diffuso riguarda le situazioni familiari dolorose, in cui ci sono contrasti tra i genitori. Tanti ragazzi risentono di questa assenza di punti di riferimento, arrivando al punto di perdere fiducia nella vita.
    Poi ci sono gli ostacoli legati all’approccio con il mondo del lavoro, spesso dominato da un arrivismo terribile. Infine sono frequenti le difficoltà nei rapporti umani, e in particolare nell’amicizia e nell’amore.
      L’impressione è che, da parte di alcuni ragazzi, ci sia una certa difficoltà ad accettare gli inevitabili momenti di dolore della vita. I periodi oscuri vengono interpretati come un’ingiustizia o come un’occasione per ripiegarsi su se stessi, rinunciando a reagire.
     Alla base di questo rifiuto della sofferenza c’è .....



GUARDA PIU' LONTANO .....


mercoledì 26 aprile 2017

L'UOMO AL CENTRO DELLE RELAZIONI E DEL METODO SCOUT

Intervento del 22 Aprile 2017 – Gerace (RC)

di Sonia Mondin, 
presidente nazionale MASCI

Quando B.-P. ha pensato al “buon cittadino”, al ragazzo che alla fine del percorso educativo doveva entrare nella vita dell’adultità, aveva certamente in mente una persona che da grande poteva che essere al centro di un sistema di relazioni.

Sapendo che non si può essere cittadini da soli, ma lo si è quando si vive in un contesto sociale, “la città” appunto:ossia l’insieme di persone che vivono, si organizzano, interagiscono, si relazionano tra di loro.

In questa interdipendenza risiede l’essenza, il cuore della nostra esistenza, che è esistenza di relazione; e l’esperienza scoutsi colloca all’interno di questo contesto, si colloca nel sistema relazionale.

Lo scautismo  non è una proposta staccata, non è esperienza altra, non è un ricordo dei bei tempi quando eravamo giovani esploratori, ma un metodo che, vissuto da adulti, consente a chi lo attua di proporsi come cittadino portatore di valori positivi, i valori della Promessa e della Legge Scout.

Sulla base di questa premessa, mi pare improprio poter trarre delle conclusioni così come scritto nella vostra locandina e a me assegnate rispetto al tema; ma siamo in un ambito in continuo divenire. Possiamo solo, forti del nostro vivere l’esperienza della Comunità, accompagnarci insieme, camminare insieme dentro alla città e – insieme – riflettere.


In questi tempi, però, mi pare di constatare che è invalsa l’abitudine di parlare di scautismo, piuttosto che di viverlo. Credo che se andiamo a “raccontare” lo scautismo, rischiamo di essere poco credibili. Come credo che nessuno di noi è entrato nel MASCI perché gli hanno raccontato bene lo scautismo, e nemmeno perché gli veniva offerta una proposta educativa. ....


martedì 25 aprile 2017

25 aprile - FARE MEMORIA PER COSTRUIRE UN FUTURO MIGLIORE


Alle fronde dei salici
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
tra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese:
oscillavano lievi al triste vento.

Salvatore Quasimodo

domenica 23 aprile 2017

PROMESSA SCOUT - "Con l'aiuto di Dio" o senza? - Lo scautismo mondiale si interroga

La prossima conferenza Mondiale dello Scautismo, che si terrà in Azerbaijan nel 2017, sarà chiamata a pronunciarsi sul tema del “Duty to God”, cioè sulla possibilità per le varie associazioni scout nazionali di adottare un testo alternativo, e più precisamente, un testo che non contenga alcun riferimento a Dio, sostituendolo con un riferimento a determinati valori oppure sopprimendolo del tutto.









"DUTY TO GOD" - La spiritualità nello Scautismo

La Conferenza Mondiale dello Scautismo 
 riconoscendo la qualità del lavoro fornito da numerose Organizzazioni su “sviluppo / dovere spirituale a Dio" e l'accoglienza e l'ampio uso delle risorse dello scautismo nei confronti dello sviluppo della spiritualità e le linee guida per lo sviluppo spirituale e religioso,

 riconoscendo il forte desiderio espresso da molte Organizzazioni membri per un maggior sostegno nel campo "sviluppo spirituale / dovere verso Dio"

 riaffermando quanto contenuto nella Risoluzione 2014-05 e visto il sostegno generale all'interno del Movimento circa l'importanza dello sviluppo spirituale e del dovere verso Dio.

1. raccomanda maggiore sostegno da parte del Comitato Scout Mondiale alle Organizzazioni membro affinché possano migliorare i loro programmi per i giovani e la formazione dei responsabili nel campo "dello sviluppo spirituale / dovere verso Dio."
2. raccomanda al Comitato Scout Mondiale, al momento di approvare eventuali modifiche della formulazione della Promessa e della Legge in sede locale, di concedere ad ogni Organizzazione membro il riconoscimento che gli è dovuta per definire la formulazione che ritiene più adeguata alla sua cultura;
3. invita le Organizzazioni membro a prendere in considerazione, in uno spirito di fratellanza, gli interessi del Movimento nel suo complesso quando presentano per l'approvazione nuove formulazioni della Promessa e della Legge Scout.

Presentato da: Comitato Scout Mondiale per la Conferenza Mondiale di Baku 2017



23 aprile - SAN GIORGIO, patrono degli Scouts - Perchè San Giorgio?


Preghiera degli scouts a San Giorgio

O invitto campione della Fede,
glorioso martire san Giorgio,
tu che sconfiggendo Satana,
ci mostrasti quale cura
deve avere il cristiano
nel respingere ogni sorta di tentazione,
ottieni dal Signore di passare nella purezza
e nell'esercizio d'ogni eletta virtù
la nostra età giovanile
per renderci utili a noi stessi e agli altri
e meritevoli del Paradiso.
Così sia.

San Giorgio. Perché?
 Il 23 aprile la Chiesa festeggia san Giorgio. Nello stesso giorno, gli esploratori e le guide rinnovano solennemente la Promessa scout, secondo l’invito di Baden-Powell, il fondatore dello scautismo, che suggerisce di "rammentarla", e consiglia ai capi educatori di tornare alle fonti, cioè di rileggere il libro Scautismo per Ragazzi, soprattutto nelle pagine dedicate alla Legge scout, per riscoprirne lo spirito.
Baden-Powell (...) richiamando la figura del santo cavaliere, invita ripetutamente gli scout a rifarsi alle virtù eroiche di tale modello che può ispirare il loro itinerario di formazione educativa.
Perché san Giorgio è un modello, anzi il patrono degli scout? E poi, il suo esempio è ancor oggi valido e attuale?
San Giorgio, un santo tra i più venerati, incarna gli ideali del cavaliere medioevale: difensore di miseri ed indifesi, viene eletto patrono della cavalleria crociata.
Della sua vita, famoso è l’episodio in cui libera la Principessa dal dragone. Soprattutto nel Medioevo la sua lotta contro il drago diventa il prototipo della lotta del bene contro il male e per questo il mondo della cavalleria vi vede incarnati i suoi ideali. Frequentemente, nell’iconografia san Giorgio è raffigurato come il cavaliere che in modo avventuroso ed eroico, uccide il drago dagli occhi di fuoco, stando a cavallo con una lancia fiammeggiante ed uno scudo finemente cesellato. San Giorgio è esempio di cavaliere ardente, entusiasta, fedele, forte, vittorioso.
Baden-Powell (...) lo propone come il modello a cui dovrebbe ispirarsi ogni scout o guida, anche di fedi diverse dalla cristiana. In particolare, intende incitare ogni scout e guida ad impegnarsi, con cuore saldo e gioiosa fiducia, come ha fatto san Giorgio, ad aiutare gli altri, a mettersi a loro disposizione, a servizio dei poveri e degli indifesi. Ecco allora perché san Giorgio é un modello per ogni scout e guida, che nella Promessa si impegnano a vivere la propria vita a servizio di Dio e dei fratelli, attraverso buone azioni ed il servizio ad aiutare quanti sono in difficoltà.
In fondo la stessa Legge scout, come rivisitazione degli ideali cavallereschi, trova in San Giorgio il suo modello di "fattibilità". Guardando a questa figura simbolica, un esploratore e una guida sanno di poter vivere anche loro la grande avventura di figli di Dio, fedeli e pronti nel compiere il bene anche superando prove difficili.
Ogni scout e guida dovrebbero conoscere la storia del loro patrono. Famoso è l’episodio in cui san Giorgio affronta con tutta la forza, anche se non armato adeguatamente, lo scontro con il drago che affronta con una semplice lancia e tanto coraggio, abnegazione e determinazione. E Dio, nel quale san Giorgio ripone la sua grande fiducia, gli dona la forza per vincere.
Ma oggigiorno non vi sono draghi da uccidere o vergini da strappare alla morte. Ed allora quale il senso simbolico della lotta di questo cavaliere cristiano?
La sua vittoria sul drago simboleggia la lotta contro il male, il Drago della Tentazione, delle difficoltà, delle avversità, che ogni uomo incontra nella propria vita. E la lotta per il bene contro il male, che ogni uomo deve sostenere e saper fronteggiare, se vuole seguire con fedeltà Gesù Cristo.
San Giorgio è fedele perché comprende che la vita è bella e gioiosa quando la si dona. Dà la sua vita per essere fedele alla promessa. Eppure oggi essere fedeli è difficile... A causa della fede viene perseguitato e torturato; si rifiuta di abiurare e così affronta la decollazione, pronto ad accogliere la volontà di Dio. Con il martirio san Giorgio offre un esempio di fortezza nella fede in Cristo, in tutte le circostanze della vita.
Conoscere la vita di chi santo è già stato solennemente dichiarato dalla Chiesa ci permette di constatare che l’eroismo cristiano ha volti infiniti: uno, a suo modo, può essere il nostro. Si tratta, allora, di non considerare san Giorgio come un santo da piedistallo, confinato in una nicchia, da incensare. (...)
La santità non è una prerogativa di pochi eroi, dotati di grazie straordinarie o il risultato di un processo selettivo che scarta alcuni e privilegia altri. Tutti sono chiamati alla santità perché questa consiste nell’appartenenza totale al Padre, ciascuno secondo il proprio stato di vita, nella piena comunione con Dio, trasformati, accesi, interiormente e intimamente illuminati. Santo è colui che risponde alla chiamata. (...)
Non siamo chiamati a una vita mediocre sul piano spirituale, ma alla piena comunione con Dio, dunque, al vertice delle possibilità dell’essere. È questa la meta vera per cui vale la pena vivere. L’esistenza è anche questa competizione, conflitto, lotta con il male. (...)
Guardando all’esempio di San Giorgio, come guide e scout, vogliamo essere pronti ad essere fedeli alla Promessa, con la disponibilità a vivere da cristiani ogni giorno per far sperimentare nel mondo una vera fraternità; vogliamo essere pronti a scoprire intorno a noi le occasioni per essere di aiuto agli altri offrendo loro la nostra generosità e la nostra competenza; vogliamo essere pronti a eliminare le radici del male nel nostro cuore e nel mondo; vogliamo impegnarci a fare della nostra vita qualcosa di bello e di santo.
Paola Dal Toso
- Responsabile del Centro Documentazione Agesci -Prefazione a  "San Giorgio, un santo per gli scouts” – Agesci 2000

venerdì 21 aprile 2017

22 aprile - GIORNATA MONDIALE PER LA TERRA

Papa Francesco: "Abbiamo bisogno di una solidarietà universale!"

L’Earth Day (Giornata della Terra) è la più grande manifestazione ambientale del pianeta, l’unico momento in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare la Terra e promuoverne la salvaguardia. La Giornata della Terra, momento fortemente voluto dal senatore statunitense Gaylord Nelson e promosso ancor prima dal presidente John Fitzgerald Kennedy, coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in ben 192 paesi del mondo. Le Nazioni Unite celebrano l'Earth Day un mese e due giorni dopo l'equinozio di primavera, il 22 aprile ......

       1. «Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».....
    13. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato.      L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nei più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche conseguenze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.......
      14. Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche.       Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i Vescovi del Sudafrica, «i talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio».[22] 
     Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità. ......
Papa Francesco